Infezione da papilloma virus e tumore del collo dell’utero
L’infezione da HPV è un argomento che molto spesso può spaventare. Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza sul ruolo dell’HPV nell’insorgenza del tumore del collo dell’utero e sulle strategie di screening rispondendo alle domande delle nostre pazienti.
Ogni anno, 2.000 donne in Italia si ammalano di tumore della cervice uterina. Negli ultimi anni l’incidenza del tumore del collo dell’utero si è ridotta di circa il 50%; ciò è avvenuto grazie a due fattori principali: i programmi di screening della popolazione femminile che permettono di individuare le lesioni precancerose e di trattarle prima che evolvano in tumore, e la diffusione del vaccino contro l’HPV. L’incidenza di questa neoplasia è dunque destinata a ridursi ancora nel tempo.
Riceviamo molte domande dalle nostre pazienti e dai familiari alle prese con questo virus e la sua prevenzione, per questo abbiamo raccolto quelle più frequenti per chiarire i principali dubbi sull’HPV.
Cosa è l’HPV?
Iniziamo con la definizione più scientifica: l’HPV (human papillomavirus) è un virus “a Dna”. Esistono oltre 200 genotipi di HPV, di cui 100 ben caratterizzati. Più di 80 genotipi infettano l’uomo; di questi, 40 infettano le mucose genitali e circa 15 sono ad alto rischio oncogeno, ovvero cancerogeni.
Molti tipi di HPV sono dunque costantemente presenti sulle nostre mucose e sono indolenti. Solo i genotipi ad alto rischio possono essere correlati all’insorgenza di tumori.
Tra i ceppi classificati ad alto rischio, l’HPV 16 e 18 si sono rivelati essere i principali responsabili del tumore del collo dell’utero.
Tra i ceppi a basso rischio invece citiamo i sierotipi 6 ed 11 che non sono responsabili dell’insorgenza del tumore della cervice bensì di lesioni chiamate condilomi.
Il virus Hpv è implicato non solo nella patogenesi – cioè nello sviluppo – del tumore del collo dell’utero, ma anche di altri tumori in sede genitale (vulva, vagina, ano, pene) ed extragenitale (cavità orale, faringe, laringe).
Cosa è il pap test?
È un esame di screening. Si tratta di un esame citologico che si esegue analizzando le cellule di rivestimento della porzione esterna del collo dell’utero e del canale cervicale prelevate attraverso una spatola e uno spazzolino. Questo prelievo dura pochi secondi ma è in grado di rilevare l’eventuale presenza di lesioni correlate all’infezione da HPV.
Cosa è l’HPV test?
L’HPV test è un esame in grado di verificare l’infezione da HPV. Si esegue in maniera analoga al pap test ma, a differenza di quest’ultimo, non rileva la presenza di alterazioni cellulari correlabili alla eventuale presenza di lesioni pretumorali, ma rileva solo l’eventuale presenza del virus.
La positività a questo test non significa necessariamente che una donna svilupperà nel tempo un tumore.
La maggior parte delle infezioni da Hpv è infatti transitoria, perché il virus viene eliminato dal sistema immunitario prima di sviluppare un effetto patogeno e diventare dunque realmente pericoloso.
Tuttavia, è importante tenere presente che un HPV test positivo rappresenta un fattore di rischio, per il quale è necessario eseguire correttamente i controlli medici previsti per un’accurata prevenzione.
Esistono molti Hpv-test in commercio ma solo alcuni sono validati clinicamente, per questo è importante affidarsi sempre alle scelte cliniche del medico.
Che differenza c’è dunque tra pap test e HPV test?
L’HPV test rileva l’infezione attiva, il pap test l’eventuale presenza di modificazioni cellulari causate dall’infezione.
L’ HPV test ha una sensibilità dell’88% e una specificità del 57%, il pap test ha invece una sensibilità del 51% e una specificità del 73%.
Mi è stato riscontrato un HPV test positivo ma un pap test negativo, è possibile?
Assolutamente sì. Significa dunque che è presente l’infezione ha HPV, ma questa non ha causato alcun tipo di alterazione cellulare. Occorre perciò monitorare con attenzione l’evoluzione dell’infezione per assicurarsi che non generi anche un’alterazione cellulare.
Mi è stato riscontrato un pap test positivo. Cosa faccio?
A seconda dell’alterazione cellulare riscontrata al pap test, il ginecologo consiglierà l’esecuzione di ulteriori esami e, se indicato, di una colposcopia.
Cos’è la colposcopia?
La colposcopia è un esame di II livello che consiste nel visionare il collo dell’utero a forte ingrandimento e dopo l’applicazione di coloranti in grado di evidenziare l’eventuale presenza di lesioni. Si tratta di un esame non invasivo che non necessità dell’esecuzione di anestesia e che dura pochi minuti.
Sarà sempre il ginecologo a valutare l’eventuale indicazione a eseguire un approfondimento istologico.
Come avviene la trasmissione dell’HPV?
L’infezione da Hpv si contrae principalmente per via sessuale. La trasmissione può avvenire anche attraverso contatti genitali che non prevedono penetrazione, dunque l’utilizzo del preservativo non protegge completamente dal rischio di infezione, rimanendo comunque indispensabile per proteggere dal rischio di altre malattie sessualmente trasmissibili come HIV, herpes genitale, sifilide e altre.
Quanto è diffusa l’infezione da HPV?
L’infezione da HPV è molto diffusa; si stima che 4 donne sessualmente attive su 5 (80%) contraggano l’infezione almeno una volta nella vita, con una prevalenza nelle giovani donne tra i 25 e i 35 anni, e che circa il 50% venga a contatto con un ceppo ad alto rischio.
A che età è corretto iniziare ad eseguire questi esami ed ogni quando vanno ripetuti?
È corretto eseguire il pap dai 25 anni e l’HPV test a partire dai 30 anni.
Se negativi – e in caso di precedenti esami eseguiti a cadenza regolare e sempre negativi, il pap test deve essere ripetuto ogni 3 anni, l’HPV test ogni 5 anni; altrimenti, i controlli devono essere effettuati più spesso, sempre secondo le indicazioni del medico.
Quanti anni sono necessari per lo sviluppo del tumore del collo dell’utero?
Da quando si contrae l’infezione allo sviluppo di un tumore invasivo sono necessari circa 13-15 anni. La corretta esecuzione dei test di screening è dunque fondamentale per individuare e trattare le lesioni pretumorali, prima che queste si trasformino in tumore.
È necessario che le donne con HPV test e/o pap test positivo si astengano dall’attività sessuale per il rischio di trasmettere il virus al partner?
Assolutamente no, astenersi non è necessario.
È consigliabile far eseguire una visita al partner di una donna con HPV test e/o pap test positivo?
No. Vi è indicazione a eseguire una visita solo in caso di lesioni evidenti come i condilomi.
Consiglia l’esecuzione del vaccino contro l’HPV?
Assolutamente sì. La prevenzione primaria avviene mediante vaccinazione e costituisce oggi la via più efficace e sicura per combattere il rischio di infezione da HPV. Il Piano Nazionale di Prevenzione vaccinale ha inserito la vaccinazione anti-HPV nel calendario vaccinale per tutti gli adolescenti sia di sesso femminile che maschile a partire dal dodicesimo anno di età.
Ha senso che le donne che hanno già contratto una infezione da HPV eseguano il vaccino?
Sì. Il vaccino svolge un ruolo protettivo nei riguardi dei ceppi dai quali non si è contratta infezione e riduce il rischio di recidiva nei riguardi del ceppo per cui si è positivi riducendo il rischio di reinfezione.
Che ruolo svolge il fumo?
Il fumo è un fattore predisponente la persistenza dell’infezione, dunque il consiglio che rivolgo a tutte le donne è vaccinarsi e smettere di fumare!
Secondo due studi pubblicati sulla prestigiosa rivista medica The Lancet, il tumore della cervice potrebbe essere eradicato a livello globale entro la fine del XXI secolo.
Questo dato incoraggiante ci deve invitare a promuovere la vaccinazione e a raccomandare di adempiere ai programmi di screening per sfruttare i mezzi che la scienza ci mette a disposizione per sconfiggere definitivamente questa patologia.
Dott.ssa Francesca Romana Arezzo
Specialista in Ostetricia e Ginecologia